Review from Italian Film Magazine Nocturno

AGENTI OOTETTE

Un omaggio a Russ Meyer con protagoniste tre ragazzone, Lilly 4K, Martina Big e Mary Madison Love, che saltano, sparano, uccidono indossando zoccoli zeppati tacco 14 in Codename: Diablo!

odename: Diablo! (alla cui prossima uscita in dvd avevo già accen-nato un paio di numeri fa in occasione delle prime londinesi e losangeline alla presenza della meyeriana ormai settantenne Kitten Nadividad) vorrebbe essere — a detta degli autori — un remake dei mitici film di Russ Meyer, soprattutto Faster, Pussycat! Kill!! Kill! (1965).

In realtà, è cosa ben diversa. Prodotto dalla Havoc Op International Film Limited di Los Angeles e diretto da tal Aaron Barsky, per 35 minuti (almeno nella versione che ho visionato) assembla protagoniste (fra le più tettone al mondo) coperte (seni a parte) di latex, le ragazzone saltano in barca, sparano, uccidono con sofisticate armi laser e anche a colpi di karate, tutto indossando zoccoli zeppati tacco 14. Insomma, si tratta di una farsa voluta, di un gioco provocatorio che vorrebbe condire alcuni eccessi (mammari) meyeriani con spruzzi di Charlie’s Angels.

Inutile tentare di proporvi una trama, non è quella che conta: mi limito a riferire che trattasi delle tre audaci e invincibili spendotate Lilly 4K. Martina Big e Mary Madison Love (che ho avuto il piacere di conoscere personalmente) decise a vincere una banda di pericolosi criminali in latex nero con tubi da aspirapolvere in bocca. Neppure il grande Mario Gariazzo di Incontri ravvicinati del quarto tipo aveva osato tanto.

Codename: Diablo! punta si sulle ipertrofie mammarie delle pro-tagoniste che, paradossalmente, non mostrano mai un capezzolo, ma non solo. E infatti un film visivamente interessante: un videoclip ben riuscito dove la bruna Lilly 4K sfoggia addirittura delle tette antiproiettile pl cornetto respinge gli spari). Spietate assassine (per una buona causa), le tre tetto-moschettiere trattano gli uomini come birilli da abbattere, laddove i maschi appaiono dei poveri coglioni da sacrificare in nome di un femminismo mammario oggettivamente vincente. Le studia tutte, il tris di indemoniate, utilizzando persino un rossetto al veleno (che sulle loro labbra. evidentemente. non ha effetto), baciano seduttivamente il pirlone latexato di turno e quello muore stecchito in pochi secondi.

Mirabile la scena in cui una delle tre (quale non si capisce, perché nulla si intrawede del viso), awolta in una tutina total-body rosa shocking, maialina tettona decisamente inquietante, fa strage di nemici; e quella in cui le ragazze in carne e ossa si trasformano in loro stesse versione video clip: appaiono in televisione mentre un gruppo di cattivoni se la ride ammirandole sul piccolo schermo quando le femmine tentatrici h chiamano, escono dalla tv, tornano umane e fanno di loro polpette.

Immancabile scena finale nella piscina di un gran hotel dove le tre, in tanga. si rilassano a battaglia vinta. Da vedere. Con lo stesso spirito con il quale — Disney ci perdoni — è da vedere Biancaneve e i Sette Nani.

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